ministra salute grillo

Il Ministro smentisce il CSS e conferma “nessuna chiusura”!

La Ministra Grillo ha rassicurato tutti: nessuna chiusura, si deve solo regolamentare il settore. Le considerazioni del CSS (Consiglio Superiore delle Sanità) sono state etichettate come eccessive e allarmiste.

Quando il 21 giugno il QuotidianoSanità ha dato la notizia “Stop a libera vendita infiorescenze. Potenzialmente pericolose per la salute” tutti coloro che hanno investito negli ultimi mesi in questa attività si sono sentiti cadere il cielo addosso. Il CSS con un parere fuori dal contesto storico espresso ad aprile (di cui il quotidiano ha preso visione in questi giorni), ha semplicemente preso una posizione larga e negativa che essenzialmente nega i risultati degli studi cui la stessa OMS sta utilizzando per variare le tabelle relative al THC. Altro punto ridicolmente portato a sfavore della marijuana legale è la presenza in dosi basse del THC, adducendo come rischioso il consumo sul lungo periodo del principio attivo, che si accumula nel grasso.

Entrambe le motivazioni sembrano ridicole agli occhi di chi conosce il prodotto e gli effetti dell’assunzione del CBD.

Andiamo con ordine, come già detto l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha annunciato di voler cambiare le tabelle che inseriscono la marijuana tra le droghe, in quanto dalla vasta letteratura in materia (il CSS dice che se ne trova troppo poca)  risulta evidente come il THC NON PROVOCHI ALCUN DANNO NE MOMENTANEO NE PERMANENTE, ne tanto meno possa essere rischioso per donne incinta, lattanti, anziani e patologie varie. Solo l’effetto psicotropo momentaneo è considerabile “pericoloso” (ma non nocivo) solo per chi è affetto da altre patologie psichiatriche.

L’erba legale ha un quantitativo di THC generalmente entro lo 0,2%, anche se la legge in materia di stupefacenti ritiene dopante una percentuale superiore allo 0,6%. Sappiamo bene che in realtà gli effetti psicotropi del THC si avvertono con dosi sicuramente maggiori del principio attivo, che di sicuro debbono superare anche il 2-3%, noi siamo convinti che fino al 5/6 % non si avverta alcun effetto. Il CSS a questo punto asserisce che c’è la possibilità che il principio attivo si accumuli e questo potrebbe portare a subirne gli effetti nel lungo periodo. Motivazione che agli occhi di chi impiega la marijuana terapeutica (quindi con THC) per uso medico, sembrerà pura speculazione fantasiosa: è come se il CSS ci dicesse che assumendo marijuana legale per un periodo più o meno lungo, se ne possano avvertire gli effetti dopo qualche giorno, ipotesi che clinicamente non trova nessun riscontro.

La cosa che più però risulta fuori contesto è l’assoluta assenza di un approccio al principio attivo di cui dovremmo realmente parlare: Il CBD!

Effettivamente questa sensazione traspare proprio dall’importanza data al THC che non è il vero argomento di discussione. Il CBD infatti è il secondo principio attivo più conosciuto della cannabis, attualmente oggetto di moltissimi studi: non ha effetti psicotropi (NON SBALLA) e anzi ha un effetto decisamente opposto al THC. Il cannabidiolo, questo il nome esteso del CBD, rende più luci e aiuta la concentrazione, inducendo una lievissima sensazione di rilassamento. Per la stessa OMS il CBD non da dipendenza, ne ha alcun effetto collaterale ed è entrato invece tra i potenziali medicinali alternativi per tantissime terapie (dalle convulsioni all’epilessia).

La ministra Grillo, sommersa dalle email di protesta, ha fortunatamente dato un suo parere il giorno dopo rassicurando un settore in pieno boom: quello del CSS dice il ministro, è un parere consultivo e anche forzato, l’intenzione è di procedere ad una regolamentazione del mercato e non di far chiudere delle attività legate alla reintroduzione della canapa in Italia.

Ieri sembra essere arrivata anche la diffida non ufficiale del CODACONS che scive al CSS invitandolo ad utilizzare gli stessi principi interpretativi per nicotina e alcool.