Si consuma fumando, tipicamente in una pipa, un bong, un vaporizzatore o uno sp1n3llo, o tramite ingestione orale. L’hashish ha una lunga storia di utilizzo in paesi come Libano, Afghanistan, India, Iran, Marocco e Pakistan.
L’hashish è stato consumato per molti secoli, anche se non ci sono prove chiare della sua prima apparizione. L’India settentrionale e il Nepal hanno una lunga tradizione sociale nella produzione di hashish, conosciuto localmente come charas.
La prima attestazione del termine “hashish” si trova in un opuscolo pubblicato al Cairo nel 1123 d.C., che accusa i musulmani di Nizari di essere “mangiatori di hashish”. Ibn Taymiyyah, giurista e teologo arabo ḥanbalita, vissuto nell’attuale Siria del XIII secolo, proibì l’uso di hashish.
Fumare l’hashish è diventato comune nel Vecchio Mondo solo dopo l’introduzione del tabacco; fino al 1500 l’hashish veniva consumato, in particolare nel mondo musulmano, tramite assunzione per via orale.
Nel 1596, l’olandese Jan Huyghen van Linschoten, nella sua opera storica che documentava i suoi viaggi in Oriente, ha menzionato l’hashish egiziano. Scrisse: “Anche il Bangue (così chiamò il fumo ndr) è molto usato in Turchia e in Egitto, ed è prodotto in tre tipi, avendo anche tre nomi. Il primo dagli egiziani è chiamato Assis (Hashish), che è la polvere di canapa, o di foglie di Canapa, che è fatta in pasta, ne mangiano cinque pezzi, (ciascuno) grandi come una castagna (o più grandi); questa è usata dalla gente comune, perché è di poco prezzo, e non c’è da meravigliarsi che tale virtù provenga dalla canapa, poiché secondo l’opinione di Galeno, la canapa riempie eccessivamente la testa.”
L’hashish arrivò in Europa dall’est durante il XVIII secolo, ed è menzionato scientificamente per la prima volta da Gmelin (biologo, botanico ed entomologo tedesco) nel 1777. Le campagne napoleoniche introdussero le truppe francesi all’hashish in Egitto, e la prima descrizione dell’utilità risale al 1830 dal farmacista e botanico Theodor Friedrich Ludwig Nees von Esenbeck.
Nel 1839, O’Shaughnessy scrisse uno studio completo sulla canapa himalayana, che fu riconosciuto dalla scuola europea di medicina e descrive l’hashish come sollievo per i crampi e causa la scomparsa di alcuni sintomi da afflizioni come rabbia, colera e tetano. Ciò ha portato a grandi speranze nella comunità medica. Nel 1840 Louis Aubert-Roche riferì di aver utilizzato con successo hashish contro la pestilenza. Allo stesso tempo furono condotti anche esperimenti psichiatrici con l’hashish, Jacques-Joseph Moreau era convinto che fosse il farmaco supremo per la psichiatria.
Nel 19° secolo, l’hashish è stato adottato in alcuni circoli letterari europei. Il più famoso, il Club des Hashischins era un club parigino dedito al consumo di hashish e altre droghe; i suoi membri includevano gli scrittori Théophile Gautier, Dr. Moreau de Tours, Victor Hugo, Alexandre Dumas, Charles Baudelaire e Honoré de Balzac. Baudelaire nel 1860 scrisse I Paradisi Artificiali, descrivendo gli effetti dell’oppio e dell’hashish. Più o meno nello stesso periodo (1857), l’autore americano Fitz Hugh Ludlow scrisse “The Hasheesh Eater” sulle sue esperienze giovanili, sia positive che negative, con la droga.
L’hashish fu anche menzionato come anestetico in Germania nel 1869. Veniva importato in grandi quantità soprattutto dall’India dove veniva chiamato charas. Tra il 1880 e il 1900 fu il picco dell’uso medicinale, dove i composti di hashish erano molto comuni in quasi tutti i paesi europei e negli Stati Uniti.
Verso la fine del XIX secolo l’hashish ha dunque svolto un ruolo significativo nel trattamento di dolore, emicrania, dismenorrea, pertosse, asma e insonnia, in Europa e negli Stati Uniti. Le applicazioni più rare includevano mal di stomaco, depressione, diarrea, diminuzione dell’appetito, prurito, emorragia, sindrome di Basedow e malaria. L’uso è stato successivamente vietato in tutto il mondo poiché l’uso come medicinale è stato reso impossibile dalla Convenzione Unica delle Nazioni Unite sugli stupefacenti del 1961.
Con l’avvento del “proibizionismo su scala globale” abbiamo assistito non solo alla scomparsa dei derivati della canapa come l’hashish, ma addirittura ad una loro demonizzazione. Quello che era un rimedio galenico ed un antico medicinale, era diventato un male assoluto da combattere.
Oggi assistiamo ad una rivalutazione dei benefici effetti della canapa ed anche dei suoi derivati. Per tutti gli appassionati, in commercio è possibile trovare dell’ottimo hashish di CBD, come il polline o il famoso marocchino.
Questo articolo è stato realizzato con il supporto di Shoppingoo.it
l mondo della canapa industriale tira un sospiro di sollievo: il Tar del Lazio ha…
Per comprendere il ruolo del CBD nella cosmesi, bisogna liberarsi dei preconcetti. Quando si parla…
La sentenza ha confermato la sospensione del Decreto adottato dal Ministero della Salute il 5…
Questa sentenza, emessa il 5 ottobre, ha sospeso il decreto ministeriale del 7 agosto
Il destino del CBD in Italia rimane incerto. La polemica tra sostenitori e oppositori delle…
C'è molto interesse verso il cannabidiolo (CBD) come opzione di trattamento per il Parkinson a…