Dopo la contromossa del Presidente del Senato (Casellati) che ha escluso l’emendamento proposto da Montero e accettato dalla maggioranza di governo, il settore si trova ancora a navigare nell’incertezza.
Le piccole aziende che sono state protagoniste di questa novità commerciale temono adesso l’incertezza normativa e i grandi gruppi internazionali che hanno già colonizzato vasti appezzamenti per la coltivazione della canapa legale (light: con valori di THC sotto la soglia prevista dalla legge, lo 0,5%.
Una situazione che conferma la necessità di una regolamentazione di legge che permetta al mercato di svilupparsi senza paura e senza essere bersaglio degli “sceriffi” di turno.
Serve una legge che tuteli i commerciati e i consumatori
La cannabis light, e i derivati del CBD, cercano in questo momento storico una stabilità commerciale che la crescita del settore sembra invocare naturalmente: infatti il CBD è tra i settori più promettenti per il futuro anche per i grandi investimenti internazionali.
I negozi continuano ad aprire quotidianamente, una grande concorrenza è sulle piazze italiane: quest’anno ci sarà ancora più canapa light e probabilmente i prezzi saranno ancora più bassi.
Il CBD continua ad allargare la sua quota di mercato, ed i prodotti derivati continuano a abbattere pregiudizi in un pubblico sempre più largo.
La politica italiana, in una fase di continuo stallo, non sembra poter intervenire in alcun modo.
Il risultato è che si continua a navigare a vista senza sicurezze.