La ricerca medica ha da poco iniziato a studiare questo sistema ma fin da subito è risultato chiaro ai ricercatori come le scoperte in questo settore potranno rivoluzionare le cure mediche e la vita quotidiana di milioni di persone: il sistema endocannabinoide, infatti, è composto da un’articolata rete di recettori presenti in tutto il corpo, con alte concentrazioni nel cervello e nel sistema nervoso centrale, e che controlla, o meglio agisce, su molte delle funzioni primarie del nostro corpo come quelle immunitarie, la memoria, l’appetito, il metabolismo, ma anche la percezione del dolore, la regolazione del sonno o dell’umore, la stimolazione sessuale o il lenimento delle infiammazioni.
I principali elementi del sistema endocannabinoide sono i recettori CB1, presenti in tutto il corpo, con particolari concentrazioni nel midollo spinale e nel cervello, ma anche nelle terminazioni nervose, e CB2, concentrati soprattutto nel sistema immunitario e in quello nervoso periferico.
Si tratta di cellule dormienti che vengono attivate solo quando stimolate da specifici composti, alcuni prodotti dal nostro stesso corpo, gli endocannabinoidi, altri provenienti dall’esterno, come ad esempio dalla pianta di cannabis.
Il fatto che sia lo stesso corpo umano a produrre composti strutturalmente simili ai cannabinoidi presenti nella canapa spiega non solo l’attrazione che il genere umano ha sempre manifestato verso questa specifica pianta, ma anche l’assoluta naturalezza che il suo consumo ha rappresentato per migliaia di anni.
I due principali endocannabinoidi prodotti dal corpo umano sono l’anandamide e il 2-arachidonoilglicerolo (2AG). Entrambi sono prodotti da acidi grassi, come i famosi Omega-3, e rilasciati solo in determinate circostanze. Una volta prodotti e recepiti dal sistema endocannabinoide vengono rapidamente scissi e metabolizzati da enzimi specifici come il FAAH (Amide Idrolasi degli Acidi Grassi) e il MAGL (Monoacilglicerolo Lipasi).
In questo breve lasso di tempo, l’interazione con i recettori CB1 e CB2 viene trasformata dal cervello in una percezione di piacere legata allo stimolo dell’appetito, al lenimento del dolore o a una sensazione di euforia, a seconda della situazione in cui vengono prodotti gli endocannabinoidi (non a caso l’anandamide viene chiamata la “molecola della beatitudine”).
Diversa la situazione quando a stimolare i recettori sono molecole esogene, provenienti cioè dall’esterno: mentre gli endocannabinoidi vengono prodotti in quantità limitate e scissi rapidamente, i cannabinoidi presenti nella pianta di canapa inondano i recettori CB1 e CB2 e l’azione del CBD in particolare rallenta il lavorio degli enzimi che scindono e metabolizzano questi composti. Di qui le prolungate sensazioni di relax e piacere che percepiamo utilizzando composti a base di CBD.
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